Discorso inaugurale della Presidente dell’Associazione dei Polacchi in Italia, Joanna Heyman Salvadé
Gentili signore, gentili veterani, gentili signore e signori, amici,
Siamo qui riuniti in questo luogo unico, all’ingresso del cimitero di guerra polacco di Monte Cassino, per rendere omaggio ai soldati del 2° Corpo d’Armata e per sottolineare che la loro memoria non deve andare perduta.
Credo che molti di noi, soprattutto quelli che vivono fuori dalla Polonia, abbiano spesso incontrato espressioni di sorpresa per il fatto che i polacchi abbiano combattuto a Monte Cassino, e domande sul perché siano finiti proprio qui. Queste domande ci feriscono, perché significano che il mondo non sempre ricorda il contributo dei Polacchi alla liberazione dell’Italia e alla vittoria degli Alleati durante la Seconda guerra mondiale.
Queste domande fanno ancora più male quando vengono poste proprio qui, nel luogo in cui sono sepolti i 1.072 soldati morti in questa battaglia.
Finora siamo rimasti inermi di fronte a queste domande. Oggi, però, apriamo il Museo del Secondo Corpo Polacco qui a Monte Cassino e d’ora in poi possiamo essere certi che queste domande non rimarranno senza risposta.
Nel condividere con voi questa riflessione, il mio pensiero va al nostro caro compianto Mieczysław Rasiej, che ha combattuto qui a Montecassino e che in seguito, come Presidente dell’Associazione dei Polacchi in Italia, ha intrapreso con tanto entusiasmo il progetto di costruire questo Museo.
Sono orgogliosa – come Presidente dell’Associazione dei Polacchi in Italia – che oggi, grazie anche alla collaborazione dell’Ambasciata di Polonia, possiamo inaugurare questo piccolo Museo, che illustra l’Odissea del 2° Corpo.
Signore e signori,
è doveroso da parte mia spendere qualche parola per spiegare perché il comitato esecutivo per la costruzione del Centro Informativo ha deciso di cambiare il nome in Museo Commemorativo del 2° Corpo Polacco. Credo che all’inizio avessimo semplicemente paura di usare una parola così grande. Questo progetto, ideato da poche persone e realizzato in gran parte da volontari, non avrebbe mai potuto assumere la forma di un museo. Per questo l’abbiamo chiamato Centro Informativo. Ma oggi, quando ci troviamo di fronte a questo edificio, quando vediamo l’intera esposizione e la ricchezza dei suoi contenuti, anche multimediali, quando possiamo vedere i filmati della battaglia di Montecassino, ci sembra di essere riusciti a costruire in questo luogo un vero e proprio, seppur piccolo, museo, grazie al quale questa parte della dolorosa, ma anche gloriosa storia del nostro Paese e dell’armata polacca diventerà più nota a tutti coloro che visiteranno questo luogo.
Credo che un grande valore della mostra sia anche quello di presentare non solo il destino del 2 Corpo sullo sfondo della storia dell’occupazione, dell’esilio e delle eroiche battaglie in Italia, ma anche il suo enorme ruolo culturale dopo la guerra, in esilio. Un’emigrazione la cui eredità intellettuale è stata utilizzata da tutti, comprese le élite dello Stato polacco democratico istituito dopo il 1989.
Vorrei ora passare ai ringraziamenti. Il mio ringraziamento speciale va innanzitutto agli sponsor. Senza la vostra generosità, la costruzione del Museo non sarebbe stata possibile. Non penso solo ai maggiori sponsor, che purtroppo non posso elencare uno per uno, perché per leggere il loro lungo elenco ci vorrebbe troppo tempo. Ma penso anche a tutti coloro che hanno donato mezzi più modesti per la costruzione, ma che lo hanno fatto con tutto il cuore per una grande causa. Grazie a tutti per questi gesti meravigliosi.
Desidero, inoltre, ringraziare calorosamente tutti coloro che sono stati particolarmente coinvolti nel progetto di costruzione. Tra questi, in primo luogo, tre persone: il signor Pietro Rogacień, architetto e supervisore dei lavori: è stato lui ad aver lottato per ottenere tutti i permessi e alla fine, quando si è scoperto che non potevamo permetterci, per motivi economici, di far allestire l’intera mostra da una ditta esterna, ha organizzato lui stesso l’allestimento. Per oltre un anno la professoressa Krystyna Jaworska e il dottor Paolo Morawski hanno dedicato ogni momento libero alla preparazione dello scenario espositivo. Grazie alle loro conoscenze, ma anche alla loro capacità di trasmetterle in modo sintetico, siamo riusciti a ottenere un quadro estremamente completo, ma allo stesso tempo chiaro e interessante, della storia del 2° Corpo sullo sfondo della storia polacca del XX secolo.
Vorrei ringraziare la signora Dorota Kulawiak che, insieme al marito, hanno preparato la storia multimediale del destino dell’orsetto Wojtek; questo lavoro ha permesso di creare un sito web veramente moderno che può essere utilizzato dai bambini di tutto il mondo. Vorrei ringraziare anche i dipendenti dell’Ambasciata di Roma e del CG di Milano che hanno partecipato all’allestimento della postazione multimediale dedicata alla ricerca delle tombe nei 4 cimiteri di guerra polacchi in Italia. Ancora una volta, per mancanza di tempo, non posso citare tutti coloro che, in misura maggiore o minore, hanno contribuito alla creazione dei vari elementi del Museo. Sono elencati in una targa all’interno del Museo. Ringrazio loro ancora una volta di cuore per il contributo che hanno dato.
Ora, a nome del Consiglio Direttivo dell’Associazione dei Polacchi in Italia e a nome mio personale, vorrei esprimere i miei più sinceri ringraziamenti all’Ambasciatore Wojciech Ponikiewski per la sua splendida collaborazione alla realizzazione dell’edificio, per il suo impegno ed entusiasmo e per il suo costante sostegno all’iniziativa, senza il quale il Museo non avrebbe potuto essere costruito. Desidero inoltre ringraziare il Ministro Consigliere Wojciech Unolt e il signor Piotr Markowski dell’Ambasciata di Polonia a Roma per la loro proficua collaborazione.
Onorevole Primo Ministro,
Signore e Signori,
so che, purtroppo, il Primo Ministro dovrà lasciarci prima della fine della cerimonia per l’inaugurazione del Museo, il che è comprensibile data l’enormità degli incontri che il Primo Ministro ha in agenda oggi. Siamo felici che il Primo Ministro abbia già avuto modo di vedere la mostra. Lei, signor Primo Ministro, è praticamente la prima persona che ha potuto vedere la mostra. Se potessimo ascoltare alcune sue riflessioni dopo averla visitata, le saremmo molto grati.
Permettetemi quindi, a nome di tutti noi, di salutare il Primo Ministro e di tornare dopo alla cerimonia di inaugurazione del Museo.